Giuseppe Toniolo e la sua PIEVE DI SOLIGO

Per il Beato Giuseppe Toniolo la comunità di Pieve di Soligo si può definire il luogo degli affetti e della fede, del pensiero e dell’azione, della devozione e del miracolo.

Pieve di Soligo è la comunità degli affetti e della fede

che dà i natali a Maria Schiratti, “consors omnis vitae”, sposa e madre esemplare conosciuta grazie all’amicizia del Toniolo con i fratelli di Maria universitari a Padova, amore autentico che risplenderà in tutta la sua vita.

Ed è proprio all’arciprete pievigino di allora, monsignor Sebastiano De Zorzi, che il Toniolo si rivolge nella famosa lettera del 1° novembre 1877, di grande finezza e delicatezza, con la quale chiede la mediazione del sacerdote per esprimere il sentimento e giungere a chiedere la mano di Maria, perché “nell’assicurazione di una benedetta e perenne corrispondenza da parte sua di quell’affetto sincero che io nutro per lei, parrebbemi più agevole l’adempimento di que’ doveri che la Provvidenza mi ha imposto quaggiù”.

La risposta positiva non tardò ad arrivare, per cui il matrimonio verrà celebrato nella parrocchia di Santa Maria Assunta il 4 settembre 1878. E proprio questa data, per il suo significato per l’oggi, è stata scelta per la memoria liturgica del Beato Toniolo. La famiglia di Maria e Giuseppe fu davvero Chiesa domestica, di fede e di affetti,di santità e benedizione quotidiana dei figli, di serena accettazione della volontà di Dio.

Un luogo autentico di amore offerto e donato, nel quale risalta la bellezza umana e cristiana del rapporto sponsale e un impegno educativo sempre fedele e attento alla crescita in pienezza di fede e di vita dei figli generati dalla coppia.

E’ la Pieve di Soligo della fede genuina e forte del Toniolo, nella cui chiesa l’illustre docente si raccoglieva spesso in lunghe ore di preghiera e contemplazione, “non disdegnava, come associato della Confraternita del Santissimo, di vestire la cappa bianco-rossa per le processioni”, e che – come ancora ricorda nei suoi scritti monsignor Mario Andreazza – visitava dicendo ai propri accompagnatori: “Andiamo a dare la buona notte al Padrone di casa”.

Durante il tempo delle ferie annuali, scorrevano giorni di riposo e di ristoro, con passeggiate a piedi o in carrozza in paese e nei dintorni in collina, avendo come punto di riferimento la dimora di piazzetta Umberto I, dove l’Azione Cattolica parrocchiale di Pieve, il 7 ottobre 2012, ha posto una targa marmorea a futura memoria, in segno di gratitudine per un cristiano laico anticipatore del Concilio e promotore dell’azione ecclesiale e sociale dei cattolici. E’ la Pieve delle persone semplici, del popolo cristiano che Giuseppe Toniolo stima e ammira, ascolta e conforta, aiuta con la carità personale e incoraggia per la richiesta di una maggiore equità e di un più grande rispetto del proprio lavoro attraverso una giusta mercede.

Pieve di Soligo è il luogo del pensiero e dell’azione di Giuseppe Toniolo,

come sottolinea spesso l’arcivescovo Domenico Sorrentino. La comunità pievigina è l’ambito in cui fluisce incessante la sua produzione scientifica e dottrinale, la comunità che suscita e stimola costantemente una puntuale osservazione dei fenomeni sociali, il terreno scelto, come si dirà, “quale campo sperimentale di audaci proposte e iniziative”.

Nel tempo del riposo estivo dall’insegnamento universitario, il Toniolo è attento alla vita delle persone, immagina un cambiamento dell’economia e della società ispirato agli insegnamenti di verità e di giustizia del Vangelo,alla centralità della persona, al primato dell’etica sull’economia, attraverso la promozione dei più deboli e di migliori condizioni di vita per i lavoratori.

Anche e soprattutto attraverso le forme della cooperazione, per cui proprio i territori del Quartier del Piave e della Marca trevigiana , alla luce del messaggio tonioliano, diventano, a partire da fine ‘800, un laboratorio concreto dell’economia sociale, un dinamismo originale che sviluppa l’imprenditoria e la responsabilità diffusa e condivisa dei mezzi di produzione, della mutualità come espressione dei principi della solidarietà e dell’amore evangelico.

Da evidenziare anche il fatto che – a Pieve in particolare, ma anche in tante altre realtà trevigiane – la figura e l’opera di Giuseppe Toniolo sono stati impressi in questi anni nella ragione sociale di centri studi, associazioni, patronati, circoli di cultura e di pensiero,e anche nelle denominazioni di istituti scolastici, centri di formazione, realtà cooperative, fondazioni, quale segno fecondo di un patrimonio ideale e di un esempio sempre attuale da custodire e declinare al futuro nella modernità.

Pieve di Soligo è il luogo della devozione e del miracolo

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è il luogo di un cammino che oggi vede la tappa della beatificazione come segno e riconoscimento di un grande onore e di un grande privilegio per la comunità ecclesiale del Duomo di Santa Maria Assunta in riferimento a Giuseppe Toniolo. Come infatti ricorda nei suoi volumi il commendator Pietro Furlan, già sindaco di Pieve ed appassionato studioso e scrittore del Servo di Dio, Toniolo afferma più volte in vita: “Desidero essere seppellito a Pieve di Soligo, così gli umili della campagna verranno a deporre qualche Requiem sulla mia tomba”.

E infatti l’accoglienza della salma del Toniolo a fine ottobre 1919 fu salutata in paese da grande emozione e venerazione, e da una vera apoteosi di fede e di devozione da parte di una folla immensa il 30 settembre 1940, quando avvenne in processione – guidata dal Patriarca di Venezia cardinal Piazza, presenti centinaia di sacerdoti – la traslazione delle spoglie mortali dal cimitero all’attuale Duomo, in una nicchia della parete in prossimità del sarcofago marmoreo a Lui dedicato. Dopo l’avvio della causa di beatificazione nel 1933, nel Duomo di Pieve la devozione per l’insigne docente non è mai venuta meno, e la sua tomba è sempre stata meta di fedeli pellegrini in preghiera per assumere ispirazione e luce e invocare grazie dal grande cristiano laico.

Poi la ripresa della causa a livello nazionale nel 1987, l’impegno spirituale e culturale in diocesi per valorizzare la figura del Toniolo, già venerabile dal 14 giugno 1971 con il decreto sull’eroicità delle virtù di Paolo VI, tante iniziative incentrate su Pieve di Soligo per suscitare una rinnovata devozione popolare – incontri, convegni, seminari, presentazione di volumi e biografie – ma soprattutto la preghiera speciale alla S.Messa del giorno 7 di ogni mese, per ricordare la nascita il 7 marzo 1845, e la sua morte il 7 ottobre 1918.

E proprio il pievigino Francesco Bortolini riceve la grazia straordinaria del miracolo attribuito all’intercessione di Giuseppe Toniolo, invocato dalla famiglia e dalla comunità cristiana per la guarigione del giovane imprenditore in condizioni disperate dopo una gravissima caduta occorsagli nel giugno 2006. E’ il miracolo decisivo per la beatificazione di Giuseppe Toniolo, oggi più che mai unito alla sua Pieve di Soligo in una comunione straordinaria di preghiera, di affetto e di riconoscenza per l’attualità del suo messaggio di fede e di vita, convinti tutti – come Egli affermava – che “noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente, non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi”.